La Biblioteca Lucchesiana è uno dei luoghi più affascinanti di Agrigento, un autentico gioiello racchiuso in Via Duomo tra il Palazzo Vescovile e la Chiesa di Sant’Alfonso.
Venne istituita nel XVIII secolo dal vescovo Andrea Lucchesi Palli proveniente da una ricchissima famiglia di Lucca dei cui beni era unico erede.
Oltre alla struttura veramente preziosa e imponente, il vescovo donò alla cittadinanza migliaia di libri tutti recanti il sigillo “ex Lucchesi Palli”.
Per quest’ opera ed altre iniziative benefiche fu molto ben voluto e, quando morì, vennero ad omaggiarlo nella camera ardente migliaia di cittadini.
Realizzata la biblioteca, il vescovo si pose il problema di nominare il bibliotecario. Si scontrò, allora, con l’indifferenza dei sacerdoti appartenenti ai diversi ordini religiosi presenti ad Agrigento, come i domenicani e i carmelitani.
Decise allora di scrivere ad un suo caro amico: Alfonso Maria de Liguri (che dopo la morte verrà proclamato santo) pregandolo di mandare ad Agrigento qualcuno dei religiosi della sua congregazione, a quell’epoca presenti solo a Napoli.
Con l’arrivo di questi padri redentoristi, accolti non molto bene dai religiosi agrigentini, la Chiesa di Sant’ Alfonso venne collegata, mediante una porticina, alla Lucchesiana.
Durante la frana che colpì la nostra città nella seconda metà del Novecento, la biblioteca è andata quasi del tutto distrutta e, solo grazie ad un ottimo restauro curato dalla Regione Siciliana, è stata riportata all’antico splendore.
Al suo interno è presente una statua in marmo del fondatore realizzata dallo scultore Orlando.
Sugli splendidi scaffali lignei si possono contare circa 48.000 volumi, la maggior parte dei quali risalenti a molti secoli fa.
La Biblioteca, prima del crollo, ospitava una raccolta preziosissima di monete antiche, molte delle quali rinvenute, insieme a utensili, vasi e crateri greci, dai contadini mentre coltivavano i campi. Questi uomini, conoscendo la passione del Vescovo per la cultura e per l’arte, erano soliti donargli ciò che ritrovavano.
Di queste monete, purtroppo, oggi non c’è più traccia. Anche se alcuni tentativi di furto, come quello perpetrato dal sacerdote Cagnina che tentò di vendere 1500 monete puniche al Louvre, furono sventati, la collezione è ormai sparita.
Nonostante tutte le traversie subite, la Biblioteca resta un luogo affascinante ed è un bene che sia stata restituita agli agrigentini in tutta la sua bellezza, rispettando così la volontà del suo fondatore. Essa è lo scrigno della nostra storia e, per questo motivo, è giusto che noi ragazzi, che viviamo nell’era di Internet, la visitiamo, ne consultiamo i testi per conoscere le antiche tecniche di stampa, ammirare la scrittura su pergamena, insomma per apprezzare tutte quelle cose che possono sembrare ormai morte, ma senza le quali noi non saremmo quello che siamo.
La Lucchesiana è una delle tante bellezze nascoste che si trovano nel centro storico di Agrigento, un tesoro che meriterebbe maggiore risalto e apprezzamento da parte di tutti.